Ieri sera ho partecipato all'incontro presso la
Ciclofficina Centrale in via Baccina organizzato per discutere della morte di Eva, che io non conoscevo.
Eva è stata investita da un taxi mentre tornava dal lavoro, in bici, alle 2 di notte su via dei Fori Imperiali nel centro storico di Roma,strada nota in tutto il mondo perchè collega il Colosseo con Piazza Venezia attraversando la Passeggiata Archeologica dei Fori.
Eva era legittimamente in strada, coraggiosamente in strada, visto che una donna sola di sera è sempre oggetto di attenzioni non sempre gradite.
Quindi una ragazza coraggiosa, non come hanno scritto, perchè andava in bici ma perchè a quell'ora anche molti uomini si sentono sicuri solo in automobile.
Dalla discussione è emerso un comprensibile astio (visto l'evento) verso la categoria degli utenti motorizzati e soprattutto dei conducenti di Taxi, ma molti sono intervenuti per indirizzare meglio le colpe (chi ha omesso di realizzare un percorso ciclabile sulla via e chi non controlla il rispetto del codice della strada neanche in una via centralissima e frequentata da turisti) e considerare anche i problemi professionali di questa categoria di conducenti, ed io ero d'accordo con questi ultimi interventi nel non colpevolizzarli in quanto categoria.
Poi verso le 22 sono uscito, ho inforcato la bici e mi sono diretto verso casa, passando per via dei Fori Imperiali in direzione Colosseo (che non fa parte del mio quotidiano tragitto per andare al lavoro e quindi frequento solo raramente la domenica), ebbene nel tratto fra Largo Ricci ed il Colosseo la strada è quasi a tre corsie, di cui una riservata ad autobus e taxi, quest'ultima non è più separata nettamente dalle altre tramite un cordolo.
In questo modo il ciclista si trova, volendo rispettare il codice della strada, a passare su una corsia in cui a destra passano taxi ed autobus a discreta velocità, a sinistra passano automobili ad elevatissima velocità, ed alle spalle si sente il motore imballato di qualcuno spazientito perchè non riesce a sorpassare il povero ciclista accerchiato.
Ho ragionato e sono salito sul marciapiedi fino al Colosseo, qui sono risceso in strada che si restringe proprio davanti al nostro celebre simbolo e dopo poco la strada si innalza un pochino fino al semaforo, contemporaneamente si riallargaverso destra (seguendo le linee curve dell'Anfiteatro Flavio) dove possono girare per andare verso via di San Gregorio.
Su quella leggera salita un ciclista non ha problemi ma indubbiamente un pochino è rallentato, ebbene nonostante io fossi un albero di Natale (luce posteriore e catarifrangente rosso, giubbino catarifrangente, fasce catarifrangenti su braccia e gambe) visibilissimo anche a distanza, i conducenti dei Taxi mi sfrecciavano vicinissimi per girare a destra, anche qualche NCC.
Allora c'e' qualcosa che non va, possibile che i conducenti dei taxi non sappiano cosa era successo nei giorni scorsi prorpio in quella zona ?
Colpa anche dei giornalisti che hanno completamente ignorato la vicenda, non consentendo quindi una maggiore responsabilizzazione dei conducenti dei taxi (et similia vedi NCC) oppure comunque chi utilizza la macchina per lavoro o per andare al lavoro non ha più alcun rispetto per la vita umana ?
Questo racconto non deve spaventare i ciclisti deve spaventare tutti, perchè anche chi guida è pedone o ha figli o genitori che vanno a piedi.
Quindi stasera vi invito a partecipare alla fiaccolata in suo ricordo (ed in quello di tutti coloro che sono stati investiti anche di quei pedoni che sono morti in questi giorni) e per sensibilizzare chi di dovere a provvedere affinchè certi eventi siano sempre meno drammatici, quantomeno non causando più morti.