Roma, 6 Febbraio 2005
Ho partecipato per la prima volta ad una gara di cross, il percorso di 5,6 km era all'interno del centro sportivo della Banca d'Italia a Roma sulla via Tuscolana all'altezza di via delle Cave.
Il percorso che attraversava in diversi punti l'antico acquedotto romano (posto veramente molto particolare), era costituito da un circuito da ripetere due volte, delimitato molto semplicemente da strisce di nastro bianco rosso il che in alcuni punti creava qualche perplessista' circa la direzione da prendere.
Parecchi saliscendi brevi ma ripidi proprio in corrispondenza dell'attraversamento degli archi (vere proprie strettoie), quindi qualche rampa piu' lunga, per il resto leggera ondulazione del terreno.
La gara che assegnava il trofeo del Cross Interbancario era riservata ai dipendenti dei maggiori istituti
di credito. Potevano partecipare, ma senza pettorale/classifica, anche i non-bancari delle societa' Bancari Romani e Podistica Solidarieta' (che e' la squadra podistica del Gruppo di Solidarieta' nato in seno alla
Banca d'Italia).
Non essendo un bancario ho partecipato senza pettorale, ma come al solito desideroso di verificare come me la cavo su percorsi misurati... anche se non ho il riscontro ufficiale.
Ho raggiuto il posto verso le nove meno un quarto. Un vento gelido costringeva i meno forti fra i presenti
a guardarsi in faccia sperando che qualcuno dicesse "massi' tornamocene accasa va'..." ))
Invece nessuna defezione almeno fra quelli della mia squadra nonostante i nostri principali trascinatori fossero in trasferta in campania con il grosso della squadra alla Mariemonti.
La partenza era prevista per le 9 e 30, orario inconsueto, tanto che poi si e' deciso di posticiparlo alle 9.45
quindi ho avuto circa un quarto d'ora in piu' da riempire nell'attesa. Stavolta sono stato imprudente non avevo previsto il ventaccio quindi mentre per sotto avevo optato per i fuseaux lunghi, sopra avevo preparato solo una maglietta di cotone leggera con manica lunga e la canotta della podistica, per fortuna oltre ai soliti guanti di cotone ho preso al volo una fascia di pile che ho messo intorno alla gola.
Comunque appena usciti dagli spogliatoi era da morire
Io di solito faccio solo qualche piccolo piegamento ma stavolta ho preferito seguire per un giro di perlustrazione alcuni compagni di squadra (due dei quali di solito riesco a vedere solo alla partenza), ascoltando le due scuole di pensiero sull'opportunita' di fare o meno una maratona, abbiamo fatto il giro ad un ritmo che per me era alto, quindi siamo andati al punto di partenza (al sole per fortuna) distante qualche centinaio di metri dall'arrivo.
La partenza e' ulteriormente rinviata alle 10.00 fra il rumoreggiare degli ignudi ormai surriscaldati e di nuovo in preda ai brividi, il motivo del ritardo era pero' moralmente giustificato dal fatto che si doveva tenere un discorso in memoria di un podista/bancario grande affezionato di questa corsa cui e' stato dedicato questo cross... e mancava colui che doveva farlo, alla fine a furor di popolo ha provveduto il buon Luciano Duchi.
Repentinamente viene dato il via, e come al solito parto dietro stavolta forse proprio per ultimo, oggi piu' prudente del solito, l'unica esperienza precedente era stata casualmente la domenica precedente un lungo alla caffarella, inoltre da quella domenica non avevo piu' corso causa un maldigola che mi ha fatto evitare
di peggiorare le cose correndo al freddo della mattina come faccio di solito.
Comunque il "fondo" e' prevalentemente pratoso, quel prato un po "tosto" tipico ormai dei parchi romani della zona sud, ossia mischiato dalla onnipresente malva anche se qui essendo curato,
e' stata tenuta a bada. Quindi tratti in sterrato estremamente duro visto l'assenza di piogge recenti, anche se qua' e l'umidita' aveva ammollato pericolosamente vecchie pozze di fango rendendo
scivoloso il passaggio, quindi ancora tratti in pietra, sabbia ed un bel pezzo di asfalto verso la parte finale.
Quindi inizio su prato e difficolta nella prima parte, in questa manifestazione, diversamente dalle corse su strada, si deve stare molto attenti al percorso. Alcuni passaggi sono molto pericolosi perche' costringono a repentini cambi di passo (prego di non prendere una storta ed al contempo penso che forse avrei dovuto saltarlo questo cross), invece poi evidentemente aiutato dal riscaldamento iniziale mi godo i
saliscendi mi piacciono molto i cambi di ritmo con salite e discese, mi sembra quasi di sentire il cuore (il muscolo of course) che si esalta, e' una sensazione molto piacevole di forza, molto meno piacevoli i cambi di direzione bruschi imposti dall'ottimizzazione del percorso.
Passo il primo giro tranquillo anche se con il timore di aver gia' bruciato troppe energie nel giro di riscaldamento, mentre al secondo giro scatta la molla (orgoglio maschile) di cercare di raggiungere e superare almeno le ragazze che corrono avanti a me in progressione comincio a staccare quelli dietro e raggiungo e supero tre ragazze (come al solito mi sento un po' in imbarazzo nei sorpassi, specie qui dove si e' quasi soli per qualche cinquantina di metri, perche' anche se non c'e' nulla di male, mi sembra di fare uno sgarbo quindi almeno con la compagna di squadra che non conosco faccio una battuta per sdrammatizzare) infine supero un atleta anziano che indossa curiosamente delle scarpe chiodate che pero' non mi sembravano adatte al cross (mah!)
Per i commenti di Luciano Duchi (patron della Roma-Ostia) leggere sul sito dei bancari DD)
Alla fine chiudo in 30'14", insomma nulla di particolarmente interessante per i competitivi veri, ma con
la consapevolezza di avere raggiunto un altro obiettivo fino a l'anno scorso inimmaginabile per me.
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