Una cifra irrisoria per portarsi a casa un computer...
La notizia girava da giorni su vari siti tra cui PuntoInformatico ora se ne e' accorto anche Paolo Ottolina che sul Corriere titola:
"Cento dollari. Ottantatré euro. Il costo di una spesa al supermercato. Una cifra irrisoria per portarsi a casa un computer."
Letto l'articolo viene un dubbio: Ma per farci che ?
Non discuto che l'articolo fosse in una sezione tecnica del giornale, ma non essendo un giornale tecnico forse sarebbe stato il caso di aggiungere un minimo di riflessione, e magari collegarlo a cio' che lo stesso Corriere ha scritto in precedenza:
"...la Tanzania (ma poteva essere altro stato NdR) è 156esima su 174. Per la sanità spende due dollari per abitante l'anno, per l'istruzione sei. Solo il 40 per cento del Paese ha l'elettricità (con il più alto costo del mondo). Il 39 per cento degli abitanti vive, secondo i parametri dell'Onu, in condizioni di «degradante miseria», cioè con meno di mezzo dollaro al giorno . Il 38 per cento non ha accesso all'acqua potabile. L'aspettativa di vita è di 48 anni , e sta scendendo. Più del 40 per cento dei bambini sotto i cinque anni sono malnutriti. Ogni 12 neonati, uno non raggiunge l'età di un anno..."
Ed allora ? "Il costo di una spesa al supermercato. " quale supermercato ? nel terzo mondo spendono 100 dollari in un supermercato ?. "Una cifra irrisoria per portarsi a casa un computer" cifra irrisoria... si nel senso che irride i reali bisogni di quella gente.
La cosa che colpisce la fantasia di Ottolina, come altri, probabilmente e' il mitttico MIT.
Guarda il Signor Negroponte cosa ti va' a pensare !
Ma non ti viene un bel domandone ? Ma come ?
Gli Usa sono appena usciti (usciti?) da una catastrofe a cui e' emerso il profondo disagio sociale del paese,
e questi ancora non capiscono che prima del computer dovrebbero portare altro ? ...
L'esortazione ancora una volta nasce spontanea...
MA CHE STATE A FA' !
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