Io tocco i miei nemici col naso e con la spada,
ma in questa vita oggi non trovo più la strada.
Non voglio rassegnarmi ad essere cattivo,
tu sola puoi salvarmi, tu sola e te lo scrivo
Luca Sofri è uno che seguo in RSS ed a volte scrive cose che io penso ma non riesco a comunicare: [...] "è come mi sento da qualche anno, da quando la
reticenza ad avere pensieri qualunquisti, ignoranti, malevoli e superficiali non
riesce più ad arginare il fastidio per la mediocrità umana della maggioranza di
chi si occupa di questo paese. E tuttora scrivo queste cose con imbarazzo,
pensando che sia sbagliato affrontare le cose da questo punto di vista. Non
perché sia infondato, ma perché è sbagliato, e controproducente. A meno di non
trovare conforto nel proprio borbottio incazzoso, come capita a molti. Ma il
borbottio incazzoso non migliora le cose, anzi le peggiora, malgrado quel che si
raccontano i borbottatori incazzosi."
[...]
"nei miei pensieri questa tentazione sta conoscendo un’escalation ulteriormente spiacevole. Così come Lorenzo quella sera, mi accorgo di reagire a molto di quel che vedo in giro - siano cose “importanti”, o piccole - con un’espressione che non è mia e non mi piace e trovo sciocca, e proprio per questo devo riconoscere la sua spontaneità irresistibile. Ed è: “che paese di merda”."
La chiusa del suo post è indirizzata a quanti vogliono provare ad andare oltre il borbottare incazzati: "Forse il discorso politico e pubblico - e privato - in Italia non dovrebbe cercare altrove modelli privi di senso qui. Forse dovrebbe essere radicalmente un altro. No, non intendo “siete un paese di merda, vedete almeno di non farvi notare”. Forse dovrebbe essere “non siamo mai stati un grande paese, ma cominciamo a esserlo”. Non ce la raccontiamo, ma proviamoci."