All'
incontro di sabato ho finalmente conosciuto di persona molti dei partecipanti al blog RomaPedala persone semplici, persone che vanno in bici al lavoro e per le esigenze di tutti i giorni, che amano ma non idolatrano la bicletta.
Scopo dell'incontro organizzato nell'ambito del
Bicycle Mobility Forum dai partecipanti all'
omonimo forum online era riunire i candidati alle prossime amministrative (provincia, comune e municipi) per informarli sullo stato della ciclabilità a Roma e sulle aspettative dei ciclisti urbani sia come singoli che come associazioni, insomma sulle esigenze dei cittadini che vogliono poter utilizzare la bicletta come mezzo di trasporto alternativo all'automobile.
Dopo la spettacolare introduzione di Fabrizio (Caio Fabricius) con l'ausilio di una presentazione al computer proiettata a parete ed accompagnata dalla sua amabilissima verve oratoria, è stata la volta dei candidati di commentare la presentazione e spiegare le proprie idee, quindi i cittadini hanno potuto integrare con richieste e commenti.
Il resoconto tecnico, oltre alle riprese televisive, sarà disponibile quanto prima su RomaPedala e BMF, qui voglio parlare del lato umano.
Ho avuto l'occasione di conoscere di persona alcuni dei candidati ai consigli municipali sia del mio che di altri municipi, alcuni giunti in bici, parlando con loro ci si rende subito conto che il tam-tam mediatico per le elezioni li danneggia, non sono politici di professione, ma gente normale che decide di impegnarsi nel e per il proprio quartiere. I partiti sono diversi ma a vederli parlare insieme si capisce che nessuno di loro si straccerà le vesti nel caso non saranno eletti continueranno il proprio impegno magari in comitati o semplicemente continueranno a cercare di ritagliare fette di ciclabilità e di vivibilità nel caos di tutti i giorni.
Per concludere voglio spiegare il senso del titolo di questo articolo.
In uno degli ultimi interventi dei cittadini ha preso la parola un ragazzo piu' giovane forse dei precedenti intervenuti, ed ha catalizzato l'attenzione ormai fisiologicamente calata dopo un paio d'ore di riunione.
E' un non vedente, accompagnato da una ragazza che come ha detto lui "ci vede poco" eppure rivendicano la loro fetta di mobilità alternativa, spiegando con estrema dignità che anche loro hanno problemi come ce l'hanno i ciclisti, uno dei loro problemi che ormai si muovo in città e prendono i mezzi pubblici è di conoscere il numero dell'autobus che si ferma davani a loro alla fermata o conoscere il nome della prossima fermata quando sono sono già sull'autobus e devono scendere.
Cose per noi vedenti scontate, come scontati sono per gli automobilsti ed a volte anche per i motociclisti, i diritti di poter circolare liberamente per la città.
Questo mi fa' ulteriormente convincere che a volte non c'e' necessariamente avversione per la bici ma semplicemente mancanza di informazione e di spazio per la riflessione, forse le cose migliorerebbero.
Quindi come ha proposto uno dei candidati, bisognerebbe scambiarsi sorrisi quando ci si incontra in bici (come una volta i ciclisti in allenamento si scambiavano saluti ed incoraggiamenti) e la forza di questi sorrisi potrebbero arrivare alle orecchie dei non vedenti ed al cuore di tutti, automobilisti compresi.
(d'accordo la smetto
)